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In questa stagione, contro l’Albinoleffe, Tommaso Gattoni ha raggiunto il traguardo delle 100 presenze in maglia biancoceleste, indossando anche la fascia da capitano.
La prima domanda è d’obbligo: tornando a quando sei arrivato alla Pro, te lo saresti mai aspettato?
“Sinceramente no. Oggi però ne sono fiero, è un viaggio entusiasmante. Prima di arrivare qui, al massimo avevo disputato 3 campionati con lo stesso club, e invece questa è la mia quarta stagione consecutiva con la Pro Sesto, che è quindi la società alla quale mi sono legato più a lungo in carriera.
Ricordo bene il mio arrivo. La Pro era in Serie D e stava allestendo la squadra per salire di categoria. L’impressione è stata fin da subito buona, in una piazza ambiziosa, un ambiente stimolante. La prima promozione ha rafforzato ulteriormente questo feeling reciproco. Ho sempre avuto il sostegno della società e dei tifosi, e per questo sono grato al mondo Pro Sesto.”

Quali partite di questi 3 anni in biancoceleste ricordi più piacevolmente?
“Sono molte. Per quanto riguarda prestazione e risultato mi piace citare la vittoria contro il Novara, il primo anno in Serie C, in casa, con una partita da grande squadra, la vittoria per 3 a 0 contro uno squadrone che puntava a vincere il girone. Di quel giorno ricordo tutto, compresa la nebbia fitta sullo Stadio Breda. Per il traguardo raggiunto, cioè la salvezza matematica, nello stesso anno, dico la vittoria a Livorno, per 2a1. Ero contentissimo per l’obiettivo centrato e anche per la mia prestazione, con l’assist per il secondo gol di Marchesi. A livello personale, poi, mi piace ricordare, la passata stagione, il mio gol al Padova nel 2a2. Per me, da sempre tifoso del Venezia, era come un derby…”

Come sono le tue sensazioni per la stagione 2022/23?
“Sono molto positivo e fiducioso. All’inizio da parte mia c’era soprattutto curiosità verso così tante facce nuove tra i compagni, ma anche nello staff e in società. Di solito ci vuole tempo per affrontare il cambiamento. Oggi però sono davvero fiducioso. C’è tanta serietà, professionalità, sia in campo, sia fuori, molta sintonia nel gruppo. Così si lavora bene.”

Ti sei posto degli obiettivi, per la squadra e personali, per questa stagione?
“Al primo posto metto la possibilità di aiutare la squadra. In qualsiasi modo. È scontato dire che vorrei farlo sempre dal campo, ma anche da “fuori”, come alla prima giornata, quando ho avuto un leggero infortunio…ecco, mi ha fatto piacere essere comunque convocato e stare in gruppo. Chi è qui da più tempo deve aiutare e trascinare i nuovi, in particolare i ragazzi più giovani, non soltanto in campo. Come ogni anno, poi, a livello di soddisfazione personale, cerco sempre di superare i risultati dell’anno precedente, in termini di gol e assist per i compagni.
Per la Pro l’obiettivo è centrare la salvezza il prima possibile e poi giocare per divertirsi, perché lo spirito del calcio è questo. Il top sarebbe centrare gli obiettivi divertendosi. Gli ultimi anni, e anche la mia indole pragmatica, mi portano a stare con i piedi per terra e quindi dico prima la salvezza, poi vediamo…”

Se Tommaso Gattoni non fosse diventato un calciatore, oggi cosa farebbe?
“È una bella domanda, alla quale non saprei cosa rispondere. Dico solo che mio padre giocava a basket ed è professore di educazione fisica, mia sorella giocava anche lei a basket. Sono cresciuto in un ambiente di sportivi. Direi che avrei cercato comunque una strada nel mondo dello sport, una delle cose più belle e sane che si possono fare nella vita. Anche per questo mi sono laureato in Scienze Motorie.”

Qualcosa che non tutti sanno su Tommaso fuori dal campo…
“Oltre a piacermi molto andare a tifare per le squadre che amo, in curva con gli amici a cantare, in particolare a Venezia, la mia più grande passione resta quella del trekking. Adoro percorrere i cammini, in Italia e all’estero. Quest’estate ne ho fatto uno bellissimo in Scozia, sull’Isola di Skye. Sentire la fatica, magari sotto la pioggia incessante, in contatto con la natura, ti dà sensazioni uniche, impagabili.”